domenica 1 maggio 2016

Orfeo (con attacco su Sette muri)

Teo sul 1° tiro.
Sul muretto del 2° tiro.
Teo all'attacco del diedro del 3° tiro.
Sul 4° tiro
Teo alla partenza del 7° tiro.
Partenza dell'8° tiro.
Teo sul 9° tiro.
Sul 10° tiro.
Tracciato della via (verde). In viola la via Sette muri,
in rosso la via Elios.
(la foto della parete è di Diego)
Parete S. Paolo - Valle del Sarca
Parete E


Dopo che a dicembre avevamo dovuto abbandonare Orfeo per deviare su Sette muri ad evitare le scariche di sassi di due maldestri apritori, torniamo per completare l'opera, ovvero concatenare le vie al contrario per terminare tutti i tiri. Vista la vicinanza e la similitudine tra le vie, bisogna dire che non c'è molta differenza tra il percorrere gli itinerari originali o questi incroci; fate voi. Ma i danni perpetrati da chi scarica valanghe di sassi e non si preoccupa minimamente di ripulire quanto c'è al di fuori della propria nuova via sono evidenti all'uscita dell'ottavo tiro (sesto tiro se percorrete tutta la via Orfeo): terrazzini rovinati, alberi di sosta malmessi, sassi mobili ovunque. Per carità, siamo sul facile, ma l'educazione non dovrebbe essere questione di gradi!
Accesso: da Arco si prende la strada che costeggia i Colodri e si raggiunge la cappelletta di fronte al bar-pizzeria La lanterna (parcheggio più avanti sulla strada). Si segue indi il sentiero che sale verso destra, per piegare poco dopo a sinistra per una traccia (ometto) che in breve porta sotto la parete. Si prosegue ora verso sinistra fino all'attacco della via Sette muri (scritta).
Relazione: combinazione dal carattere misto, che unisce tratti ben protetti (indicati dai gradi francesi) con altri dal carattere più alpinistico (indicati dai gradi UIAA). Portare friend fino al BD3 per il diedro del terzo tiro di Sette muri (e se vi tirate dietro un paio di "doppioni" potreste anche non pentirvene). Percorso sostanzialmente logico e ovvio, su roccia buona con qualche tratto da controllare.
1° tiro: salire per rocce non difficili fino ad un gradone che porta ad una cengia sulla sinistra, da percorrere fino alla sosta. 25m, IV; un fix. Sosta su un fix.
2° tiro: superare il muretto verticale e proseguire su terra fino ad una seconda cengia. Da qui a sinistra fino alla sosta. 25m, passo di 6a, I; un fix, un cordone in clessidra, un cordone su albero. Sosta su fix e un chiodo con cordone.
3° tiro: salire brevemente sopra la sosta (si può rinviare un chiodo competente ad un'altra via) e spostarsi (delicato!) verso sinistra a raggiungere la base del diedro, che si risale fino al suo termine, uscendo a sinistra alla sosta. 25m, VI, VI-, VI; due chiodi, due fix, un cordone su masso. Sosta su due fix. Tiro molto bello e tutt'altro che banale.
4° tiro: a destra della sosta a risalire una placchetta, per poi spostarsi verso sinistra fino al fix di sosta sotto il tetto. Qui si abbandona Sette muri e si attraversa ancora a sinistra su facile terreno ravanoso fino a salire alla (seconda) sosta di Orfeo. 25-30m, VI-, V, III; tre fix, due cordoni in clessidra, un chiodo con cordone. Sosta su un fix con anello
5° tiro: su per un diedro inclinato verso sinistra, poi a destra per placche fino alla sosta. 25m, VI-, 5c; due chiodi, tre (o quattro) fix. Sosta su due fix. In alternativa alle placche, si può salire il (duro!) diedro fessurato alla loro sinistra, per poi attraversare su cengia terrosa fino alla sosta (soluzione adottata da Teo, ma che tenderei a non consigliare...).
6° tiro: si sale per rocce articolate fin sotto ad un tetto che si supera per ottime prese sulla destra. La sosta è poco dopo sulla sinistra. 30m, VI-, V, III; due fix, tre chiodi (uno con cordone), cinque cordoni in clessidre. Sosta su un fix con anello.
7° tiro: murettino iniziale seguito da placchetta, poi per una specie di vago diedrino si arriva in sosta. 30m, V; tre fix, un chiodo, una clessidra con cordone. Sosta su due fix.
8° tiro: salire il muretto a sinistra della sosta fino ad una terrazza, per spostarsi a destra e salire ancora raggiungendo la cima del pilastro dove conviene sostare (cordone su albero). Io ho invece continuato verso sinistra su terreno friabile cosparso di sfasciumi (si usa per un tratto una corda fissa), proseguendo fino ad un albero poco sotto al primo fix del tiro successivo. Imprecazioni ripetute all'indirizzo dei due buzzurri teutonici responsabili della devastazione si sono dimostrare assai efficaci per superare l'attrito delle corde. 30m, VI-, V, IV; due fix, un cordone su albero, una corda fissa. Sosta su albero con cordone.
9° tiro: si supera un muretto articolato e si prosegue per rocce più facili fino alla sosta. 20m, V+; tre fix (uno con cordone). Sosta su due fix.
10° tiro: in traverso a sinistra, prima in discesa e poi a rimontare un masso, fino alla sosta. 20m, IV+; un fix. Sosta su due fix.
11 tiro: verso destra con un paio di passi impegnativi su rocce saponose, poi dritto su placca appoggiata con fessura (non proprio solidissima ai primi passi). Si supera il tetto sul lato sinistro (buona presa in alto quando siete al cordone), si attraversa ancora a sinistra e si esce. 30m, un passo di 6a+/6b, poi 6a; sette fix (due con cordone), un chiodo, un cordone. Nella relazione degli apritori il tiro è valutato VI+, ovvero 6a, ma la partenza è decisamente più dura.
Discesa: proseguire lungo la traccia fino ad incontrare una mulattiera che si segue verso destra. A destra ad un bivio si scende lungo una scorciatoia che riporta sulla strada di S. Paolo.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

Nessun commento:

Posta un commento