domenica 4 settembre 2016

Oreste Ruffinoni

Fabio sul 1° tiro.
La 1a sosta (ne ho viste di peggiori).
Fabio all'inizio del 2° tiro.
Tracciato della via (azzurro). In rosso la via Bagliori a Pechino,
in rosa la via Summertime.
Seconda torre dello Zucco Pesciola (Gruppo dei Campelli)
Parete N


Fabio parte per il secondo tiro e immediatamente dopo sento un "Oh ooh ooooh" che accompagnano un blocco di 40 cm di diametro che si sfalda e precipita a valle, sfiorando solamente il piede del mio socio. Forti risate per sdrammatizzare il pericolo scampato e si prosegue senz'altri inconvenienti. Con questo viatico, nessuno sarà probabilmente interessato a ripetere questa via, ma sbaglierebbe: intanto, perché il blocco instabile l'abbiamo rimosso noi, insieme ad un paio d'altri. Inoltre, perché la roccia è piuttosto buona, con solo qualche passaggio da verificare. Ed infine, perché la via merita una ripetizione. Credetemi.
Accesso: si raggiungono i pressi del rif. Lecco dalla stazione della funivia dei Piani di Bobbio o da Ceresole di Valtorta e si segue lo sterrato che sale nel vallone dei camosci, a destra della pista da sci. Si prende la prima deviazione a destra procedendo in piano per seguire una traccia che sale verso destra puntando più o meno al canale tra la seconda e la terza torre di Pesciola. Giunti sulla cengia, ci si sposta a destra di detto canale, si supera l'attacco di Summertime e si continua fino all'altezza dell'evidente tetto triangolare. Si salgono ora le facili rocce fin sotto la parete, qualche metro a destra dei fittoni di Accorgimento meccanico.
Relazione: via breve ma piuttosto interessante, che risale la parete a destra del tetto triangolare. Protezioni buone a chiodi più un paio di vecchi spit sui passi più delicati del primo tiro, che non escludono l'opportunità di portarsi seco un paio di friend fino al BD2. La roccia è tutto sommato buona, ma non mancano le cenge detritiche e qualche sasso instabile. Come al solito, uso i numeri romani per i tratti con chiodatura classica e la scala francese per i tratti protetti a spit.
1° tiro: salire i primi gradoni, puntando alla placca di destra del diedro chiuso dal tetto triangolare. Salirla tenendosi sulla destra, dove si nota una fessura poco sopra. Si giunge ad un gradino e si sale una seconda placchetta, portandosi ancora a destra all'imbocco di un camino-fessura. Si sale inizialmente lo spigolo di sinistra, poi conviene sfruttare gli appigli del camino fino a portarsi ad un masso incastrato dall'apparenza non troppo stabile, che si supera giungendo alla sosta. 35m; II, V, 5c; quattro chiodi, due spit. Sosta su due chiodi e uno spit con vecchi cordoni.
2° tiro: salire il diedro sopra la sosta, uscendone per la parete di sinistra. Proseguire su facili rocce fino ad un muretto, dove si segue la breve fessura sulla destra, ci si sposta sullo spigolo e lo si risale fino al termine delle difficoltà. 30m; V, IV; due chiodi. Sosta da allestire su spuntone.
Discesa: proseguendo per una decina di metri si giunge in cima alla torre, dove si notano i fittoni di calata di Giovani marmotte. Poco sotto c'è la sosta di Summertime, pure utilizzabile per la calata. In alternativa, si scende verso la forcella tra seconda e terza torre, si segue la traccia a destra e si percorre la cresta Ongania a ritroso (passi di III in arrampicata in discesa evitabili con una breve doppia), proseguendo poi per sentiero fino al rif. Lecco.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

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