sabato 31 marzo 2018

Te lo do io il Colorado

Sul 2° tiro.
Teo sul 3° tiro.
Sul 4° tiro.
Teo sul 5° tiro.
Alla partenza dell'8° tiro.
Tracciato della via.
Piramide Lakshmi (Coste dell'Anglone) - Valle del Sarca
Parete E


Movimenti da bradipo accompagnano il lento incedere anche sui tiri facili della via, dopo due mesi in cui non ho praticamente toccato roccia. Ma va bene così, respirare ancora l'aria della Valle, ritrovare i movimenti, imprecare durante le immancabili ravanate... va bene anche questa via, che non è certamente tra le migliori che abbia percorso qui. Ci sarà tempo per allenarsi, per fare altre vie; oggi si scala così!
La genesi del nome è raccontata nel bello scritto di Roly Galvagni, La via è la meta, riportato a p. 518 dell'ultima edizione di Arco Pareti Vol.1 (2020). Ovviamente di Diego Filippi.
Accesso: si raggiunge il campo sportivo di Dro (località Oltra) dove si parcheggia. Da qui si prende lo sterrato tenendo la destra al primo bivio, si supera l'attacco del Diedro rosso e si continua fino ad incontrare un enorme ometto (direi, una piramide) ove si prosegue per traccia fino alla base della parete ed in breve all'attacco (targa metallica con nome).
Relazione: via troppo discontinua per essere davvero raccomandabile, con la prima parte che si consuma tra facili placche un po' sporche e gli ultimi tre tiri veramente belli e un po' sottostimati nella guida di riferimento di Diego. Roccia buona, chiodatura ottima stile-falesia nei tratti impegnativi, più lunghetta nei tratti facili; portare eventualmente un friend per integrare le protezioni nel diedro dell'ottavo tiro.
1° tiro: salire per facili gradoni, superare un paio di muretti e raggiungere la sosta sulla sinistra. 40m, III, 4c (un passo); due fix (uno con cordone), un cordone su pianta. Sosta su due fix con cordino e maglia-rapida.
2° tiro: superare il breve muretto tenendo a destra e proseguire per placca un po' sporca fino alla sosta. 30m, 5b (passo iniziale); cinque fix, un cordone su pianta. Sosta su due fix con cordino e maglia-rapida.
3° tiro: salire lievemente a destra, superare un breve salto, proseguire per placca sporchina e attraversare a destra fin sotto un albero con cordino rosso ove si trova la sosta. 35m, 5a; quattro fix, un cordone in clessidra. Sosta su due fix con cordino.
4° tiro: salire lo spigolo arrotondato sopra la sosta, proseguire brevemente e spostarsi in placca verso destra fino alla sosta. 30m, 5a; sette fix (il primo centrato da un sasso e inutilizzabile, altri due con cordone), un cordone in clessidra. Sosta su due fix con cordino.
5° tiro: superare la placchetta un poco sulla destra, tenersi un poco a sinistra a doppiare uno spigolino e proseguire fino alla sosta. 40m, 5c; otto fix, un chiodo, un cordino su pianta. Sosta su due fix.
6° tiro: salire fino ad un piano e ravanare fino a portarsi sotto un muretto che si sale verso sinistra. 30m, 4a; due fix, un cordone in clessidra. Sosta su due fix con cordino.
7° tiro: spostarsi a sinistra, salire per rocce "un po' così", imboccare un diedro e superare il breve muretto finale oltre cui è la sosta. 35m, 6a (passo finale); cinque fix, un chiodo. Sosta su due fix con cordino. Il passo finale è più facile se si esce un poco dalla linea del fix.
8° tiro: si inizia con un passo delicato a destra della sosta per proseguire in traverso "di movimento" fino ad un diedro appoggiato da cui si esce a destra in bella esposizione. 30m, 6a; otto fix, tre chiodi. Sosta su due fix con cordino. Tiro bellissimo.
9° tiro: a destra della sosta a risalire un diedro con fessura, cui segue un tratto facile e un muretto con un singolo di dita. 25m, 6a (singolo); cinque fix. Sosta su due fix con cordino.
10° tiro: si raggiunge la parete di fronte e si sale in obliquo verso destra fino a sbucare sulla sommità. Proseguire verso sinistra fino alla sosta. 30m, 6a+ (passo in uscita); sette fix, un chiodo con cordino e maglia-rapida. Sosta su due fix con cordone. Un'altra sosta e corde sono presenti, probabilmente dovute ad un'operazione di soccorso.
Discesa: si segue una traccia verso sinistra (ometti e bolli blu) che conduce al sentiero delle cavre che si segue in discesa (tratti con corde fisse) fino allo sterrato che corre parallelo alla parete dell'Anglone. Da qui a sinistra si torna in breve al bivio iniziale e al parcheggio.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

mercoledì 21 marzo 2018

Trentino DOC Vino Santo della valle dei laghi 2003 Pisoni

Dalla Sardegna al Trentino; così potremmo descrivere sinteticamente l'accompagnamento della cena di sabato scorso. Se la cantina Argiolas ci ha fatto dapprima compagnia, è la cantina Pisoni, una delle prime aziende biologiche del Trentino, che chiude in crescendo con il loro cavallo di battaglia, sfoderato per l'occasione da Matteo. Si tratta di un Vino Santo, che si produce con uve Nosiola (a differenza dei "classici" Vinsanti del centro Italia che usano perlopiù Trebbiano, Malvasia e altre) lasciate ad appassire sui graticci per oltre sei mesi. Un affinamento in barriques di una decina di anni e in bottiglia di un anno completano la maturazione.
Il colore è un bel giallo ambrato che lascia presagire sapori dolci e delicati; al naso rivela note di pesca e albicocca. Dolce e assai gradevole il gusto, ancora con frutti e agrumi. Molto equilibrato, di giusto tenore alcolico.
D'obbligo l'accompagnamento con i dolci, ma noi abbiamo assaporato questo vino con un cioccolato all'arancia; abbinamento decisamente riuscito e consigliabile.

martedì 6 marzo 2018

Bergamo-Milano Lambrate: ritardi gennaio-febbraio 2018 (2608/10809)

Distribuzioni cumulative dei ritardi per il treno 2608 (8:02)
nei bimestri gennaio-febbraio dal 2015 al 2018.
Come sopra, ma per il treno 10809 (17:43)
Andamento mensile dei ritardi per il treno 2608 (8:02).
Come sopra, ma per il treno 10809 (17:43).
Commentare i dati del bimestre appena finito è delicato, visto quello che è successo il 25 gennaio e su cui mi limito ad esprimere cordoglio alle famiglie e a segnalarvi una serie di ottimi articoli (qui l'ultimo) pubblicati su BI Italia [nota: BI Italia purtroppo ha cessato le pubblicazioni, ma l'istruttivo articolo è riportato in questo forum]. Questo post invece cerca di fare il punto sulla puntualità, sempre più disastrosa, dei due treni analizzati, e per questo conviene distinguere due fasi: quella prima dell'incidente e quella dopo, che sono facilmente separabili visto che il deragliamento ha generato un aumento (giustificato?) dei ritardi. Sui due mesi analizzati, il periodo antecedente al 25 gennaio corrisponde a poco meno del 30% del totale. Quindi, nelle prime due figure, le distribuzioni prese da 0 a 30% descrivono l'andamento del 2018 pre-incidente. E già qui si vede che le cose non funzionano: il 2608 fa peggio di tutti i tre anni precedenti! Stessa sorte per il 10809, anche se qui la differenza è più contenuta: se qualcuno aveva dubbi sul fatto che l'ultimo cambio di orario fosse una stronzata, direi che ora ne abbiamo la certezza, anche se probabilmente ci sono problemi ben più grandi.
Quel che accade dopo l'incidente è surreale: due binari che collegano Pioltello a Milano sono inagibili; ne restano altrettanti. Eppure, tutta la cosiddetta linea AV tra Treviglio e Pioltello viene chiusa, così che ogni problema ad un treno si ripercuote su tutti i successivi. Geniale. Per tacer del fatto che i ritardi iniziano appena fuori la stazione di Bergamo, dove tutto dovrebbe funzionare normalmente.

Se il 2608 è una pena, il peggio deve ancora venire. Metà treni della tratta MI-BG sono cancellati per più di un mese, incluso il 10809, costringendo i pendolari ad affollarsi sul treno successivo, che passa mezz'ora dopo (senza che siano previste carrozze aggiuntive!). Tutti i dati del 10809 scontano quindi questo ritardo addizionale, come si nota dal brusco "spostamento" verso destra della curva relativa sopra il 30%. Ma non è tutto: anche qui, per motivi imperscrutabili, i treni diretti a Bergamo riescono ad accumulare ritardo anche dopo aver transitato nella zona critica, il che è francamente inaccettabile. I ritardi arrivano fino ad un'ora circa!
Mi sbaglierò certamente, ma la sensazione alla fine è che l'importante, per Trenord, non sia far funzionare i treni (tanto i contratti sono affidati dalla regione senza gara!), ma di avere una giustificazione qualunque dietro cui mascherare le disfunzioni, così da continuare ad operare come "mangiatoia" (per citare l'articolo citato sopra). Sarei lieto che mi si dimostrasse il contrario.
Le ultime due figure fotografano il collasso degli ultimi due mesi. Da notare anche che il 2608 ha iniziato un lento percorso di peggioramento da settembre 2017 (guardate i ritardi in lenta ma costante crescita). A marzo - in teoria - tutto dovrebbe tornare alla normalità. Ma ormai nessuno vi fa più affidamento; siamo rassegnati al peggio.

Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.